E’ perplesso il sindaco di Cassina de Pecchi, Claudio D’Amico: la notizia che una dirigente della macchina comunale sia stata arrestata per aver speso soldi pubblici per finalità private non è facile da digerire.
Enrica Ambrosino, a capo del settore Finanze, Tributi, Personale e Organizzazione del Comune di Cassina, è agli arresti domiciliari da mercoledì 20 luglio, quando il Nucleo di Polizia Tributaria di Milano ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei suoi confronti (leggi qui).
La 60enne è accusata di peculato e falso in atto pubblico: secondo l’accusa avrebbe emesso falsi mandati di pagamento a carico del Comune per un valore di circa 30mila euro, che avrebbe utilizzato per spese personali (in particolare per l’acquisto di fiori, abiti firmati e per pagare le spese condominiali).
“Quello che è certo – ha commentato il Primo cittadino – è che il Comune si costituirà parte civile per tutelare l’interesse pubblico. Io e la mia Giunta siamo dalla parte della magistratura perché siamo dalla parte della legalità”.
D’Amico è deciso a scoprire la verità e a capire quanto accaduto negli uffici di piazza De Gasperi: “Non tollereremo una violazione delle norme!”, ha chiosato.
Appena ricevuta la notizia, la Ambrosino è stata immediatamente sospesa dal suo incarico. Un incarico, tra l’altro di prestigio, che ricopriva da un ventennio e che ha fatto sì che gli amministratori passati da piazza De Gasperi non nutrissero alcun dubbio su di lei.
“Tengo a precisare – ha continuato il sindaco – che nessun politico è coinvolto. Quello che è accaduto riguarda fatti attinenti a procedure e responsabilità degli uffici”. “Per il momento, non possiamo fare altro che aspettare che le indagini della Magistratura vadano avanti. – ha concluso D’Amico – Nessuno è colpevole senza un regolare processo”.
E.B.