La crisi ci ha purtoppo abituato ad assistere, negli ultimi anni, a sempre più chiusure o licenziamenti aziendali. Questa volta a farne le spese è la Ma-Vib, azienda con sede a Inzago che produce motori elettrici per impianti di condizionamento, che oltre a essere la protagonista degli ultimi tagli di personale, sta facendo discutere per una scelta al limite della discriminazione di genere.
I vertici aziendali, infatti, hanno annunciato ieri, mercoledì 29 giugno, il licenziamento di un numero di operai che va da 10 a 12 (su 30), sottolineando che a perdere il lavoro saranno prima le donne.
Decisione che ha ovviamente scatenato l’ira delle operaie che hanno organizzato uno sciopero questa mattina, giovedì 30 giugno, a cui, come ha riferito il responsabile Fiom Fabio Mangiafico, hanno partecipato tutte le donne, lasciate sole dai colleghi uomini, ad eccezione di un solo coraggioso.
“Per fronteggiare un calo produttivo l’azienda ha deciso prima di mettere in cassa integrazione per brevi periodi (senza accordo sindacale) le operaie (solo le donne) e, oggi, di annunciare il licenziamento tra i 10 e i 13 lavoratori scegliendoli rigorosamente di sesso femminile”, ha denunciato la Fiom.
A sconcertare, poi, sono anche le motivazioni dichiarate dall’azienda: “Licenziamo le donne così possono stare a casa curare i bambini e poi, comunque, quello che portano a casa è il secondo stipendio”.
I colleghi uomini, in minoranza (12 su 18), seppur annunciando ieri la solidarietà nei confronti delle colleghe, hanno deciso di rompere l’alleanza, e questa mattina, all’arrivo davanti ai cancelli, hanno deciso di entrare e prendere servizio, lasciandole sole.
Per ora, i vertici dell’azienda, non hanno rilasciato dichiarazioni.