Si è svolto martedì 14 maggio, nella sala conferenze del ForYou Hotel, un convegno organizzato dal Centro Culturale Tommaso Moro, dal titolo “Le Bcc e il futuro della piccola media impresa”.
La serata, moderata da Gianluigi Frigerio, ha trattato, grazie ai numerosi ospiti, il rilancio della middle economy secondo molti punti di vista da quello delle imprese a quello prettamente bancario.
Dopo i saluti del sindaco Eugenio Comincini e una breve introduzione al tema di Gianstefano Frigerio dell’ufficio politico del PPE, la parola è passata al professor Angelo Caloia, docente presso l’università cattolica nonché attuale Presidente della Veneranda Fabbrica del Duomo, il quale ha tracciato una mappa di quella che è l’odierna situazione d’impresa del paese.
“E’ vero che le nostre banche e i nostri cittadini sono stati meticolosi risparmiatori – ha spiegato – però la nostra produttività attualmente è toppo bassa, soprattutto se paragonata ad altri paesi europei, questo anche perché ci attacchiamo a vecchi modelli di relazioni industriali, che oggi più che mai andrebbero resi più flessibili, dobbiamo renderci conto che la Confindustria e i sindacati non hanno più il peso di una volta, Marchionne, a volte con toni eccessivi, ha fatto un passo in questo direzione, adesso tocca a tutti proseguire”.
Il professore ha poi continuato con un elogio della finanza di “carne”, “ prima era normale lavorare sull’economia reale, e i finanziamenti andavano per acquistare macchinari non per speculazioni finanziarie, molte delle grosse aziende italiane hanno lavorato più sulla tesoreria che sulla reale produzione, il vero cuore dell’economia italiana sta nelle 4oo mila piccole medie imprese che sono la maggior fonte occupazionale del paese, è qui che si gioca la partita, e la politica e le banche hanno il dovere di aiutarle, concedendo prestiti non solo sulla base del capitale aziendale, ma anche valutandone le idee e incrementando le reti tra queste aziende, per mettere in comune le competenze mantenendo il rischio diversificato, le Bcc in questo campo stanno diventando sempre più un modello di riferimento”.
“È fondamentale che il modello delle Bcc sia esteso anche ad altre banche” ha detto Francesco Bombelli, presidente del Consorzio HCM, che ha poi puntualizzato, “le banche non sono tutte la Bcc, l’Italia non è la Lombardia”.
Il presidente della Bcc di Cernusco, Giuseppe Milan, ha poi spiegato quali sono gli scopi di una Bcc, ovvero quelli di fare buona banca, buona impresa e buon sociale, “il paradosso è che se da una parte lo stato ci chiede di concedere prestiti per far ripartire le imprese, dall’altro ci impone severi paletti per la liquidità e il patrimonio del richiedente, e se non li rispettiamo veniamo commissariati”.
“Nei tre anni di questo consiglio abbiamo rispettato le regole e abbiamo riacquistato credibilità nel sistema, sono contento di dire che la nostra Bcc si è finalmente rimessa completamente in piedi dopo il commissariamento. Anche noi crediamo che la ripresa debba partire dai giovani,per questo abbiamo abbassato per loro la quota associativa da 1000 a 300 euro,diventare soci è una delle possibili soluzioni per uscire da questo sistema che più che guarda più i bilanci che gli occhi delle persone”.
I presenti hanno anche avuto la possibilità nel corso della serata di ascoltare gli ultimi interventi economici applicati dalla regione Lombardia, per bocca del consigliere Giorgio Pozzi che ha spiegato il piano do 990 milioni approvato dalla regione lo scorso 18 febbraio, “parlando di reti, di questi soldi 24 sono andati proprio per creare reti tra le aziende, altri 60 sono stati utilizzati per programmi di accompagnamento delle aziende, soprattutto in terreni internazionali dove le istituzioni hanno fatto da garante alle aziende. E per implementare la scarsa occupazione giovanile, che è una piaga di questo paese, sono stati spesi più di 150 milioni”.
La serata è stata chiusa da diversi intervanti di esponenti di Assolombarda e di altre associazioni di commercianti che hanno raccontato la loro esperienza con il credito cooperativo durante una crisi che sembra non aver risparmiato alcun settore.
Davide Marasco