Si sparano gli ultimissimi colpi, quando mancano pochissimi giorni dalle elezioni che il 15 e 16 maggio vedranno andare alle urne i cittadini di Carugate, per l’elezione del Sindaco e del Consiglio Comunale. L’incontro pubblico di ieri sera, mercoledì 11 maggio, durante il quale i candidati sindaci si sono confrontati pubblicamente nell’auditorium della Bcc, ne è stato la prova.
Tantissimi i temi trattati, più o meno di interesse collettivo, ma soprattutto, tanti colpi bassi e frecciatine, tanto sarcasmo e qualche polemica.
Quattro i macroargomenti su cui il mediatore della serata Francesco Ronchi (presidente della Commissione Biblioteca) ha chiesto ai candidati di spiegare la propria posizione: le ragioni della candidatura, sicurezza, lavoro e viabilità. Con una piccola clessidra Ronchi cercava di regolare il tempo degli interventi, che comunque è stato a più riprese sforato. Solo Leonardo Aurelio (Unione di Centro) ha rispettato rigorosamente i tempi scandiditi dalla sabbietta: “Io sono breve e coinciso – ha commentato – con gli altri bisogna continuare a girare la clessidra, con me basta una sola volta”.
Aurelio è stato anche il più pacato dei quattro. Massimo Gironi (Per Carugate), Umberto Gravina (Progetto Carugate) e Luca Maggioni (Pro Carugate), invece, si sono più volte scaldati, gli uni contro gli altri, ma anche contro i cittadini presenti in sala particolarmente partecipi, che si sono scatenati nel momento dedicato alle domande del pubblico. Le richieste di intervento sono state talmente tante che il bibliotecario Corrado Alberti, moderatore del question time, a un certo punto ha dovuto stopparle, con non poche polemiche successive.
Gli argomenti che i cittadini hanno portato all’attenzione dei candidati hanno spaziato da settore a settore, per tornare ripetutamente sui temi caldi di questa campagna elettorale: la Santa Marcellina e la nuova convenzione approvata dal Consiglio Comunale uscente, il traffico, la caserma dei carabinieri, la microcriminalità, i centri commerciali e il commercio locale, la tanto vituperata via Guido Rossa. Si è parlato anche di servizi sociali, formazione e occupazione, centro storico e scuola.
I grandi assenti, nel senso che nessuno li ha tirati in ballo, sono stati la cultura e le politiche giovanili: il che fa pensare che i cittadini se ne disinteressino o che, al contrario, ne siano particolarmente soddisfatti.
Una new entry, invece, di cui poco si parla in città, è stata la questione della Villa Gallerani Melzi d’Eril. E’ stato il sindaco uscente Gravina a tirar fuori l’argomento, quando ha rivelato che il suo sogno sarebbe quello di aprirla al pubblico. “Ma il proprietario – ha spiegato – non è d’accordo”. L’affermazione ha scatenato le reazioni degli avversari, in particolare di Maggioni, dando vita a uno scambio di battute che ha fatto salire la tensione e la distanza tra le parti, proprio all’inizio dell’incontro, che sembrava invece ssersi aperto all’insegna del fair-play e del “nonostante tutto, siamo tutti amici”.
Sono bastati pochi minuti a dimostrare il contrario, con la prima frecciatina di Maggioni a Gravina (“Il sindaco ci ha aiutato perché portiamo via voti alla destra”), che oltre a far riscaldare il clima tra i candidati, l’ha fatto anche con il pubblico in sala.
Il confronto si è protratto per tre ore e mezza. Alla fine i rappresentanti della banca sono stati costretti a intimare l’uscita di tutti dall’auditorium, per evitare che scattasse l’allarme automatico.
Eleonora D’Errico