MARTESANA – “Non vogliamo i disabili in azienda”, era solo una campagna provocatoria per sensibilizzare l’opinione pubblica

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Era tutta una montatura! I manifesti che nei giorni scorsi in molti ci hanno segnalato sul territorio della Martesana, che lanciavano una campagna discriminatoria nei confronti dei diversamente abili, non sono veri (leggi l’articolo pubblicato ieri su Fuori dal Comune).

Non esiste nessun gruppo e nessun “imprenditore meritocratico”, autore della campagna “Disabili in azienda, no grazie”, come non esiste nessun Ernesto Cirano, personaggio che ci ha mandato la prima mail per segnalarci la presenza dei manifesti a Cinisello Balsamo.

Ma non si tratta di uno scherzo, che sarebbe stato di cattivissimo gusto, bensì di una campagna creata ad hoc in tutti i suoi aspetti, con l’obiettivo di provocare e sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema. E a quanto pare ci è riuscita.

Dopo l’articolo pubblicato ieri su Fuori dal Comune e dopo le reazioni scioccate dei cittadini, sono partite le indagini. Il risultato è il seguente: un operatore del sociale ha commissionato a un’agenzia di comunicazione una campagna, con l’obiettivo proprio di scioccare i cittadini, affinché si parlasse del problema.

L’agenzia ha creato tutto ciò di cui abbiamo parlato nel nostro articolo, sia il blog degli imprenditori meritocratici, sia Ernesto Cirano (personaggio esclusivamente virtuale) con il suo blog e quindi la petizione contro la “tavola della meritocrazia”, una piattaforma in cui gli imprenditori avrebbero potuto confrontarsi in merito alla questione: ” Noi imprenditori non siamo né mostri né martiri – si leggeva nei manifesti ma paladini della meritocrazia e della produttività, costretti a dire: disabili in azienda, no grazie!

La stessa agenzia, quindi, ci ha mandato la prima segnalazione e ha affisso i manifesti. Il tutto per sondare e analizzare le reazioni.

Insomma, la notizia è che non esiste un gruppo capace di architettare una tale e orribile campagna discriminatoria nei confronti dei diversamente abili. E nemmeno qualcuno in grado di stampare manifesti di quel genere e diffonderli. Se non a fin di bene.

Aspettiamo quindi di conoscere i dati ottenuti dalla campagna, che dovrebbero essere  presentati pubblicamente.

Eleonora D’Errico