Molti adulti e bambini, nonostante il freddo glaciale, si sono recati giovedì 16 dicembre alle 17.30 al centro diurno Paolo Borsellino per assistere alla rappresentazione teatrale “Poverino un corno”, ispirata liberamente al racconto “L’alce Gustavo” e portata in scena dai ragazzi disabili della cooperativa sociale Il Germoglio coadiuvati dagli educatori Chantal Casiraghi, Erika Lupi, Paolo Marchione e Roberto Guzzi. Durante lo spettacolo sono stati coinvolti anche tutti i bambini presenti, che hanno partecipato con grande entusiasmo.
La storia narra di un alce di nome Gustavo, appunto, che abita nel paese di Nevilandia e ha un paio di corna esageratamente grosse, tanto da essere preso in giro ed emarginato dai suoi simili. Grazie a questa particolarità Gustavo si diverte a spaventare gli automobilisti che capitano nel suo paese, ma un giorno una banda di orsi gli stacca un corno durante un litigio. Nonostante il suo aspetto sia ancora più bizzarro, l’alce riesce finalmente a trovare un amico: è Babbo Natale, che gli regala un corno nuovo per sostituire quello rubato dagli orsi. Nel finale, Gustavo e Babbo Natale si preparano a partire con la slitta per portare i regali a tutti i bambini sulle note di Jingle Bell Rock.
“Poverino un corno” è il terzo spettacolo messo in scena dai ragazzi del Germoglio, realizzato negli ultimi due mesi durante le attività di laboratorio presso la sede dell’ex scuola elementare di Sant’Agata. Ci spiega Chantal Casiraghi che “ognuno ha scelto il modo in cui partecipare in base ai propri interessi: alcuni hanno preferito la parte recitativa, altri si sono dedicati alla scelta delle musiche, altri ancora hanno disegnato le scenografie”. Allo stesso modo sarà preparata la prossima rappresentazione, dedicata al giorno del primo maggio.
“Intanto vorremmo portare Poverino un corno alle scuole elementari per riproporlo a chi non ha potuto partecipare in quest’occasione. La morale della storia dimostra l’importanza di non arrendersi alle difficoltà, come quelle che Gustavo incontra nel suo percorso. Ma non abbiamo voluto calcare eccessivamente la mano su questo tema, – prosegue Chantal – abbiamo soprattutto cercato di divertirci e divertire il pubblico raccontando una storia”.
Dopo lo spettacolo, attori e spettatori si sono riuniti intorno al tavolo per una cena di Natale a base di polenta, salame e dolci, anticipata da un aperitivo allestito con pietanze preparate dai ragazzi del laboratorio di cucina durante la mattinata. La serata si è conclusa con una divertente tombolata musicale a cui hanno partecipato attivamente tutti i presenti.
Matteo Medei