E’ di pochi giorni fa la notizia che l’udienza in merito alle rotte aeree, intentata dal comune di Cernusco contro ENAV (Ente Nazionale per l’Assistenza al Volo) sul piano di distribuzione delle rotte aeree, è stata fissata per il 24 novembre. L’udienza avrebbe dovuto essere il 21 ottobre dello scorso anno ma parte dei fascicoli inerenti al processo sono andati perduti nell’allagamento della sezione del TAR milanese. Il percorso che ha portato la vicenda delle rotte aeree sino a questo punto è complesso e articolato, a fronte dell’imminente sentenza, appare utile ripercorrerlo a tappe per mostrare come le amministrazioni si siano mosse per fronteggiare quello che una moltitudine di cittadini vede come un fastidio intollerabile.
Nel 1997 viene costituita una Commissione aeroportuale con l’incarico di andare a definire le procedure antirumore dell’aeroporto di Milano Linate, della commissione fanno parte oltre che gli enti ambientali e le associazioni aeroportuali anche la Regione, la Provincia e i Comuni intorno all’aeroporto, cioè Milano, Peschiera Borromeo, San Donato, San Giuliano, Segrate e Pioltello (quest’ultimo si è aggiunto per il problema del sorvolo del polo chimico presente nella città).
Nel 2007 si giunge a una risoluzione che prevede la sperimentazione di nuove rotte aeree ai fini di distribuire meglio l’inquinamento acustico prodotto dai quotidiani decolli. Viene creata una nuova rotta a est di Milano per cui gli aerei poco dopo il decollo andranno ad effettuare una virata che li porterà a sorvolare i comuni di Cernusco S/N, Cassina De’Pecchi, Liscate, Vimodrone, Cologno Monzese, Carugate, Bussero, Gorgonzola e Melzo (essendo che, la virata in questione, avviene sopra Cernusco è proprio qui che l’inquinamento acustico raggiunge i livelli più alti). Il 27 settembre 2007, senza aver messo a conoscenza i comuni interessati, avviene Il battesimo della rotta che ha portato quasi 60 aerei al giorno a passare sopra le nostre teste, dalla mattina presto fino alle undici la sera.
Il 23 e il 24 febbraio 2008 i comuni sorvolati riunitisi in un comitato, “Rotte Comuni”, dopo diversi tentativi falliti di richieste alla commissione aeroportuale, indicono una petizione popolare per richiedere l’annullamento delle nuove rotte e la rappresentanza dei comuni interessati nella commissione aeroportuale. Vengono raccolte circa 2500 firme, che insieme alle mozioni elaborate dalle amministrazioni vengono inviate alla commissione aeroportuale e agli enti ambientali di competenza.
Finalmente, il 26 giugno dello stesso anno, il sindaco di Cernusco, Eugenio Comincini, in rappresentanza del comitato Rotte Comuni, è stato ammesso ad una riunione della commissione aeroportuale, nella quale le proposte per migliorare la situazione sono state diverse. Il rappresentante dei piloti, ha proposto di spostare la famosa virata più a nord sopra una zona di parchi, in modo da non causare problemi al centro abitato, ciò in concomitanza con l’introduzione di nuove tecnologie aeree (denominate Waypoint) che permettono di identificare punti di virata fissi (prima la virata non veniva mai eseguita negli stessi punti, andando a toccare cosi tutta la città), avrebbe ridotto notevolmente i problemi per i comuni. Nonostante le soluzioni proposte, l’unica modifica apportata a seguito della seduta è stata l’introduzione della tecnologia Waypoint, senza che le rotte fossero minimamente modificate.
Dopo il fallimento di quest’ultimo tentativo di mediazione, il comune di Cernusco ha intrapreso la strada legale, facendo ricorso al TAR per contestare le decisioni prese dalla commissione. Non ci resta che aspettare il 24 novembre per ascoltare la sentenza che deciderà se Cernusco resterà in prima fila nella sfilata ad alta quota giornaliera.