MELZO – Nuovi problemi per l’area ex Galbani

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Quella dell’area ex Galbani, a Melzo, sembra destinata ad essere una storia senza fine. Non bastavano i ritardi dei lavori, che ormai hanno superato abbondantemente quota due anni. A peggiorare le cose, ci volevano anche truffe e questioni finanziarie poco chiare. Una nuova spinosa questione è stata infatti portata in Consiglio comunale giovedì 15 giugno da Giorgio Lotto, capogruppo del Pd nonché ex candidato sindaco alle Amministrative 2009. Lotto ha infatti bacchettato l’Amministrazione, chiedendo la nomina di una Commissione speciale che svolga un’indagine conoscitiva sul Pii ex Galbani, non solo per vagliare lo stato dei lavori, ma soprattutto per “verificare le procedure utilizzate dagli Uffici comunali per quanto riguarda la ricezione, il controllo dei poteri di firma, la verifica del testo, la valutazione economico-patrimoniale, lo scadenzamento e il deposito presso la Tesoreria comunale delle fideiussioni ricevute dal Comune”. Perché sono proprio le fideiussioni emesse a favore del Comune di Melzo a non convincere il capogruppo del Pd.

UN PICCOLO RIASSUNTO. Per capire meglio, ripercorriamo velocemente le vicende che nell’ultimo anno hanno visto protagonista il Pii ex Galbani. La società Imel, incaricata dei lavori, come è ormai noto, non era stata in grado di rispettare il cronoprogramma dei lavori, che sarebbero dovuti partire nel gennaio 2008. A metà 2009, l’Amministrazione ha preso in mano la situazione, chiedendo a Imel l’escussione delle polizze fideiussorie per un valore pari a 7.700.000,00 euro che erano state emesse dalla società Arfin (le polizze fideiussorie sono garanzie che vengono fornite agli Enti da banche o da istituti assicurativi, come tutela nel caso in cui, per vari motivi, i lavori non vengano portati a termine come da accordi). A quel punto, però, si era studiato un nuovo accordo per cui la Imel si impegnava a produrre un nuovo cronoprogramma, a condizione che integrasse le garanzie con una nuova Polizza a copertura dei danni derivanti all’Amministrazione dalla sospensione dei lavori. Così era successo: la società Elvetica di Cassino aveva emesso una nuova polizza fideiussoria del valore di 600.000 euro nei confronti del Comune di Melzo, “a copertura delle effettive e documentate spese sostenute dall’amministrazione derivanti dal ritardo nell’esecuzione delle opere di urbanizzazione primaria, secondaria e qualificante” relative a voci specifiche. Il cronoprogramma presentato dalla Imel, però, non aveva convinto l’Amministrazione, che aveva così richiesto l’escussione delle prime polizze (quelle pari a 7.700.000 euro). Purtroppo la Arfin, nel frattempo, era stata (ed è tuttora) commissariata dall’Isvap (Istituto Superiore di Vigilanza delle Assicurazioni Private) che ne ha chiesto la ricapitalizzazione: la questione è così finita in Tribunale e, per il momento, il pagamento dei danni derivanti dal ritardo nei lavori  procurati all’Amministrazione è bloccato.

AGGIORNAMENTI. Parallelamente a questa vicenda, l’ombra di un altro problema finanziario si è allungata sull’ex Galbani settimana scorsa. Giorgio Lotto, infatti, ha portato in Consiglio articoli pubblicati dai giornali nazionali che indicano l’Elvetica di Cassino (società che ha emesso la seconda polizza fideiussoria del valore di 600.000 euro) tra le 11 società implicate nella truffa assicurativa smascherata dalla Guardia di Finanza di Castelfiorentino. Secondo le Fiamme Gialle, l’Elvetica, insieme alle altre società indagate, operava senza le autorizzazioni della Banca d’Italia e senza copertura patrimoniale. L’operazione “Perseo” (così denominata) ha portato alla denuncia di 16 persone, accusate di associazione a delinquere, abusivismo finanziario, truffa contrattuale, insolvenza aggravata.

LE RICHIESTE DEL CAPOGRUPPO DEL PD DI MELZO. Lotto vuole vederci chiaro. “Desidero conoscere le ragioni per cui non è stata fatta richiesta di escussione della Polizza alla società Elvetica a seguito del mancato accordo con Imel circa il nuovo cronoprogramma – ha scritto l’ex candidato sindaco nel testo di un’interrogazione – Dalla lettura del testo della fideiussione si rileva infatti che tale garanzia è aggiuntiva alle fideiussioni originarie garantite da Arfin, non legata all’accettazione o meno dell’accordo. Tale mancata azione ha causato un potenziale grave danno patrimoniale all’Ente”.

Il capogruppo ha poi chiesto all’Amministrazione di accettare solo fideiussioni emesse da banche o compagnie di assicurazione primarie. “Ritengo indispensabile che il Comune effettui una seria valutazione economica/patrimoniale dei soggetti che prestano garanzie fideiussorie”, ha commentato. E infine, la richiesta di una Commissione, per capire cosa è andato storto e come mai, su due società che hanno emesso polizze fideiussorie a favore dell’Amministrazione, entrambe hanno rivelato problematiche non di poco conto: una rischia il fallimento, l’altra è una società fantasma al centro di una truffa.