Nell’ambito della rubrica di Fuori dal Comune “Ambiente e sviluppo” (vedi l’articolo che ha presentato la rubrica) proponiamo il bilancio di un incontro che si è svolto a Melzo qualche settimana fa, dal titolo La Tangenziale Est Esterna e gli scenari di sviluppo economico e territoriale. La questione è di primaria importanza proprio perché il dibattito aveva, tra gli altri, l’obiettivo di rispondere alla domanda che ci siamo posti all’avvio della rubrica: è possibile trovare un equilibrio tra le esigenze di sviluppo della collettività e l’impegno-dovere di non abusare del territorio?
Dopo l’apertura del dibattito da parte del sindaco di Melzo, Vittorio Perego, la parola è passata subito a Fabio Terragni, Amministratore Delegato di Teem Spa che per l’occasione ha svolto anche il ruolo di mediatore. L’intervento di Terragni ha per prima cosa inquadrato la situazione delle infrastrutture lombarde, spiegando che la rete autostradale lombarda è costituita da 576 km di autostrade, pari a meno di 1/10 dell’intera rete italiana, numeri che si scontrano col fatto che la Lombardia viene attraversata da 1/3 del traffico complessivo nazionale e che il 25% dei veicoli circolanti è costituito da mezzi pesanti.
Il gap infrastrutturale in relazione ad altre regioni europee è evidente, come, dal punto di vista di Terragni e degli altri ospiti intervenuti, è la realizzazione di nuove strade e autostrade che riducano tale gap. La Teem, Tangenziale Est-Esterna Milano, è una di queste.
Essa prevede un tracciato di 32 km di autostrada che attraverserà il territorio di tre Provincie e 35 Comuni, a cui si aggiungono 38 km di strade connesse di nuova realizzazione e 15 km di strade esistenti da riqualificare. Secondo i dati riportati da Terragni, la realizzazione di questa nuova infrastruttura porterebbe una serie di benefici: in particolare colpiscono la riduzione del 15% dei km di rete caratterizzati da situazioni di congestione veicolare, la riduzione pari a 141mila kg all’anno di emissioni inquinanti e i 136 milioni di euro all’anno di beneficio economico per la collettività, connesso ai risparmi di tempo per compiere spostamenti.
Le problematiche, però, arrivano quando si inizia a parlare di aree verdi. Il tracciato previsto della Teem, infatti, coinvolge tre parchi: il Parco Agricolo Sud Milano, il Parco Regionale Adda Sud e il Parco del Molgora. Terragni ha spiegato che le attività di progettazione, dalla scelta del tracciato al progetto dell’opera, sono orientate a risolvere al meglio il rapporto tra infrastruttura e ambiente: sono infatti previsti interventi e opere per mitigare gli impatti dell’autostrada (inquinamento acustico, intrusione visiva, ecc…). L’idea è quella di realizzare un’infrastruttura integrata: “La nuova Teem non vuole essere un intervento calato dall’alto – ha commentato – tutta la fase di progettazione definitiva della nuova infrastruttura è stata all’insegna della trasparenza nell’informazione e del confronto con il territorio e con le varie realtà che vi operano, così come avvenuto nei tavoli dell’Accordo di Programma”.
Tra gli altri interventi, inoltre, sono stati individuati sette Progetti Speciali Ambientali (PSA) e saranno realizzate opere di mitigazione e compensazione ambientale per un valore di 130 milioni di euro. Eccone alcuni:
- 21 km di nuove piste ciclabili;
- 10 km di poste riqualificate;
- 12 km di strade rurali con interventi di sistemazione funzionale e paesistica;
- 16 km di barriere anti-rumore;
- 198 ha di aree destinate ad opere a verde, di cui 149 di rimboschimento;
- 20 cavalcavia per la ricomposizione del reticolo autostradale e rurale;
- 148 opere idrauliche di ricomposizione della rete irrigua;
- 60 ha di aree umide con funzione idraulica-naturalistica;
- trattamento sistematico drenaggio di piattaforma;
- pavimentazione drenante e fonoassorbente lungo l’intero tracciato autostradale;
- impianti a risparmio energetic0 (pannelli solari per produrre energia, lampade a led per l’illuminazione delle gallerie, ecc…).
“La Tangenziale Esterna, intende offrirsi come una opportunità di valorizzazione di tutto l’Est Milanese – ha concluso Terragni – Spostamenti più rapidi ed agevoli consentiranno di raggiungere, anche mediante un’estesa rete ciclopedonale, i vari elementi di interesse storico, culturale e naturalistico, industriale e rurale che caratterizzano quest’area”.
Interessante, poi, la conclusione dell’intervento: Terragni, infatti, ha commentato che “perché questo possa avvenire in modo efficace è necessario un dialogo fitto e costante con le politiche di governo del territorio sviluppate ai vari livelli: Comunale (PGT), Provinciale (PTCP),Aree sovracomunali (PLIS, Parchi, …) e Regionale. Insomma, la parola d’ordine, ancora una volta, sembra essere DIALOGO!
Altra questione, invece, quella dei finanziamenti necessari per la realizzazione della struttura. Se tutti gli intervenuti (Franco Sacchi Direttore Centro Studi Pim, Antonio Trioschi AD Dhl, Luca Giorgietti AD Indena, Sebastiano Grasso AD Sogemar, Fabio Altitonante Assessore alla Pianificazione del Territorio e Programmazione Infrastrutture della Provincia di Milano) si sono trovati d’accordo nel ritenete la struttura indispensabile, Giuliano Asperti (vice-presidente di Territorio e Infrastrutture di Assolombarda) ha ricordato a tutti i partecipanti una questione, essenziale: “Di quei 1.578 milioni di euro necessari per la realizzazione del progetto, per ora non se ne è visto neanche uno! La situazione dei mercati economici e finanziari crea non poche incognite sulla definizione del piano economico e finanziario della nuova struttura a cui bisogna cercare risposte e soluzioni!”.