Ritirare dalle scuole colognesi i libri e il materiale informativo che promuove la teoria gender; coinvolgere i genitori nelle strategie e nei programmi educativi scolastici; richiedere alle scuole notifiche puntuali su tutta la programmazione lezione per lezione dell’attività didattica legata a tematiche inerenti la sfera affettiva, e richiedere agli istituti relazioni minuziose anche sui materiali, i sussidi, gli enti e le persone che interverranno nel percorso didattico in questione.
Sono queste in estrema sintesi, gli impegni ai quali il Consigliere della Lega Nord Lorenzo Corradini ha impegnato la Giunta, che accanto a lui ha votato compatta per alzata di mano la mozione sul “contrasto alla diffusione della teoria gender nelle scuole di Cologno”, mentre tutta l’opposizione abbandonava l’aula dopo aver richiesto da più parti il ritiro della mozione stessa.
LA POSIZIONE DELLA LEGA
“Negli stati che hanno visto l’applicazione nelle istituzioni scolastiche di queste teorie –ha spiegato Corradini nel suo intervento in Consiglio Comunale lo scorso 26 ottobre- si è riscontrata una sessualizzazione precoce dei ragazzi, da cui è derivato un aumento delle gravidanze e degli aborti adolescenziali, degli abusi sessuali, della dipendenza da pornografia”.
Così com’era stato un mese fa per la Lega Nord in Regione Lombardia, anche il carroccio di Cologno vede all’orizzonte un pericolo di portata insostenibile, che come ha sottolineato lo stesso Corradini, sarebbe avvallato anche dalla riforma scolastica del luglio 2015. Il consigliere lumbard si appella in modo particolare all’ormai celebre comma 16 della legge, che promuove “nelle scuole di ogni ordine e grado, l’educazione alla parità tra sessi, la prevenzione nella violenza di genere e di tutte le discriminazioni”. A riguardo però, il Miur si è recentemente speso in una nota di chiarimento che spiega come il passaggio in questione miri a “trasmettere la conoscenza e la consapevolezza riguardo i diritti e i doveri della persona costituzionalmente garantiti”.
L’INTERVENTO DELL’ASSESSORE ALL’ISTRUZIONE
Attesa a proposito, anche la reazione dell’ Assessore alla partita Dania Perego, insegnante, che ha sposato e appoggiato a pieno la mozione del collega Corradini: “A Cologno non esiste nessun percorso che segue la teoria di gender, ma dobbiamo parlarne proprio perché non prenda piede. Questo modo di pensare vorrebbe che i bambini fossero liberi di scegliere se essere maschi o femmine senza punti di riferimento, ma non può essere così, hanno bisogno di due agenti educativi fondamentali come la madre e il padre, e anche la scuola, che insegnino loro come si è uomini e donne nel mondo. Le diversità tra i due sessi esistono, e chi le nega fa del male”.
LE OPPOSIZIONI
Disappunto in parte del pubblico presente in sala consiliare e nelle opposizioni, che più di ogni altra cosa hanno sottolineato l’inopportunità di portare sui banchi del consiglio comunale la tematica gender. “Non voglio sminuire il valore dell’argomento –ha sottolineato Cosimo Sansalone poco prima di abbandonare l’aula e chiedere il ritiro della mozione- ma votare per poi dire alle scuole cosa devono o non devono fare è francamente eccessivo e assolutamente non di competenza di un consiglio comunale”.
Sulla stessa linea anche il Partito Democratico, il cui capogruppo Giovanni Cocciro ha riportato le dichiarazioni di molti dirigenti scolastici colognesi che negano in modo assoluto sia la presenza di testi che di contenuti d’insegnamento relativi a presunte teorie di genere: ““E’ una strumentalizzazione politica questa –ha ribadito il capogruppo Cocciro del PD– stiamo parlando di nulla perché a Cologno non esiste nessun insegnamento di questo tipo, e io voglio che la delibera di questa votazione venga mandata al Provveditorato agli studi Provinciale e Regionale, al Ministero della Pubblica Istruzione e al Sottosegretario Faraone”.
Sulle barricate contro Corradini le due donne della minoranza presenti: “Ma lei vuole davvero che la giunta si impegni a fare ciò che chiede ? –ha commentato Loredana verzino di CSD– Ritirare libri che nemmeno sono presenti nei nostri istituti e imporre agli insegnanti di comunicare ogni loro minima attività senza il minimo rispetto per la libertà d’insegnamento, l’autonomia scolastica e la piena e libera formazione degli alunni ?”. Monica Motta, Movimento 5 Stelle, prima di lasciare l’aula ha più volte richiesto di conoscere l’elenco dei presunti libri censurabili, ma senza alcuna risposta in merito.
L’EMENDAMENTO DI COLOGNO SOLIDALE E DEMOCRATICA
Un dibattitto più che acceso quello scatenatosi in aula, che ha visto più volte il presidente Della Vella richiamare anche il pubblico presente, e che si è concluso con un emendamento di Loredana Verzino che ha voluto, con ficcante sarcasmo e ironia, colpire la mozione parlando prima di un “pericoloso attacco di potenti lobby che fanno ricorso al subdolo strumento di diffondere biechi messaggi di democrazia”, e chiedendo in sostanza che si impegnasse la giunta anche a ritirare dalle farmacie le supposte “strumento delle lobby gay che intendono conquistare il mondo con le loro ideologie” al fine di evitare “l’inevitabile lapalissiana invasione di soggetti arcobaleno”.